Tecnologia

Come cambiano le competenze digitali richieste dalle aziende tech

Un computer portatile e due persone che guardano qualcosa

Nel giro di pochi anni la domanda di profili digitali è passata da questione marginale a vero asse strategico per le imprese tecnologiche. Sono tanti i settori che stanno dando nuova luce a processi, prodotti e servizi, come le architetture cloud, l’intelligenza artificiale, la cybersecurity e l’analisi dei dati.

Di conseguenza, le abilità richieste ai professionisti si modificano velocemente. Non basta più padroneggiare strutture predefinite, perché adesso serve una mentalità aperta, capace di assimilare strumenti sempre nuovi e di integrarli in contesti produttivi complessi. Ma quali sono i cambiamenti principali e le abilità oggi più apprezzate?

La domanda di competenze digitali in trasformazione

Rivolgersi alle multinazionali della Silicon Valley oppure lavorare a Dubai: in tutti i casi si nota una convergenza, con il candidato ideale che deve unire solide basi informatiche a capacità trasversali orientate al business.

Sono i sistemi d’impresa sempre più distribuiti a richiedere professionisti in grado di modellare architetture che si adattano a infrastrutture cloud ibride. Il full‑stack developer tradizionale sembra cedere il passo a figure professionali specializzate in microservizi e tool di organizzazione, pur mantenendo comunque una visione precisa del ciclo di vita del prodotto.

L’esperto di dati, inoltre, non lavora più da solo, perché adesso collabora con i settori design, marketing e legal, in modo da trasformare le informazioni numeriche in strategie concrete; proprio l’interdisciplinarità, unita a doti di comunicazione, è determinante durante i colloqui di lavoro.

Nei centri ad alta tecnologia asiatici e in Europa, chi cerca figure professionali valorizza la familiarità con metodologie di sicurezza software, la padronanza di argomenti che riguardano le API pubbliche e private e la consapevolezza dei vincoli normativi legati alla privacy.

Chi monitora i costi dei servizi cloud, ragiona in termini di ottimizzazione automatica e tiene sotto controllo l’efficienza energetica risulta più prezioso di chi limita il proprio raggio di azione a compiti specialistici: l’azienda, infatti, individua in lui un partner che contribuisce ai margini operativi.

Soft skill e mindset: i veri vantaggi sul mercato

La tecnologia continua a correre sul mercato e un framework che oggi è dominante domani può risultare obsoleto. Da ciò ne deriva che la caratteristica decisiva non si esaurisce nella sola precisione tecnica, ma deve ritrovarsi nella capacità di apprendere con rapidità. Alcune qualità che incidono direttamente sulla produttività sono rappresentate dalla capacità di coordinazione in team distribuiti, dalla gestione del tempo in ambienti asincroni e dalla resistenza di fronte a eventuali ritmi serrati.

Le imprese, di qualsiasi dimensione, valorizzano la chiarezza espositiva e la propensione al feedback continuo, oltre al fatto che privilegiano l’attitudine a risolvere problemi attraverso il dialogo con i colleghi. Nei processi di selezione compaiono spesso simulazioni che mettono alla prova senso critico e sensibilità verso la tutela dei dati personali.

Il lavoro ibrido, che è diventato ormai prassi consolidata, richiede necessariamente una gestione consapevole delle differenze culturali. Per prevenire problemi che possono incidere negativamente sul progetto lavorativo, bisogna, infatti, saper coordinare meeting su fusi orari diversi, utilizzare strumenti di video‑collaborazione rispettando le varie routine e documentare tutte le decisioni su canali condivisi.

Risulta quindi essenziale saper scrivere documentazione chiara, riassumere i punti fondamentali e fornire tutti i dettagli del contesto ai nuovi componenti del team.

La strategia della formazione continua

Investire sul proprio capitale umano diventa fondamentale ed è un’azione che può essere effettuata tramite bootcamp e piattaforme di formazione con percorsi personalizzati, strumenti diversi che soddisfano obiettivi differenti.

Per esempio, un professionista che ha iniziato da un po’ di tempo a lavorare può scegliere workshop brevi per colmare delle lacune circoscritte, mentre chi aspira a ruoli dirigenziali troverà più utile un programma che possa unire aspetti di management e tecnologia.

All’interno delle imprese si moltiplicano i programmi di formazione finanziati dal datore di lavoro, come l’iscrizione a piattaforme di e‑learning e gli incentivi per certificazioni di livello avanzato. Conviene sfruttare queste opportunità fin dal primo giorno di assunzione, dimostrando una sincera volontà di crescita.

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